Firma elettronica avanzata FEA con SPID

Firma Elettronica Avanzata FEA - SPID | Sygest

Firma Elettronica Avanzata (FEA) con SPID

La possibilità di eseguire una Firma Elettronica Avanzata (FEA) con SPID non è più un’azione ipotetica, anzi, è già in fase di implementazione avanzata in un progetto commissionato per l’INPS.

FEA è un particolare tipo di firma elettronica attraverso cui si possono firmare tutti gli atti ad esclusione dei contratti relativi a beni immobili (per i quali sono richieste la firma elettronica qualificata o la firma digitale).

Un documento informatico sottoscritto con una firma elettronica avanzata (FEA), qualificata o digitale, fatta nel rispetto delle regole tecniche di cui all’articolo 20, comma 3, che garantiscano l’identificabilità dell’autore, l’integrità e l’immodificabilità del documento, ha l’efficacia prevista dall’articolo 2702 del codice civile.

Allo stato attuale delle cose, nel passaggio dal processo cartaceo a quello digitale, è comunque preferibile puntare sulla consapevolezza che ha l’utente (e di conseguenza la sua assunzione di responsabilità) su documenti PDF piuttosto che su log difficilmente leggibili.

 

SPID e i livelli di sicurezza

SPID è il nuovo sistema di login che consente a cittadini e imprese di poter accedere con un’unica identità digitale, da molteplici dispositivi, a tutti i servizi online di Pubbliche Amministrazioni (PA) e imprese aderenti.

Read more

Condividi l'articolo su:

Facebooktwitterredditlinkedintumblrmail

Identità Digitale

Identità digitale: SPID nelle Università | Sygest Srl

Identità digitale: SPID nelle Università

 

In questi ultimi anni, grazie all’evoluzione e alla diffusione dei diversi servizi informatici, le Università italiane hanno affrontato il problema legato alla gestione dell’identità digitale e del conseguente accesso ai servizi da parte degli studenti e dei dipendenti dell’Ateneo (docenti, ricercatori ed il numerosissimo personale tecnico-amministrativo).

Per questi utenti le Università mettono a disposizione un’ampia gamma di servizi: l’accesso alla rete wi-fi, il catalogo online delle biblioteche , il gestionale studenti, un account di posta elettronica, uno spazio per la condivisione di materiale utili allo studio e alla ricerca e sistemi per pubblicare dei paper. In questi casi è fondamentale che l’identità digitale di ogni individuo venga verificata in modo sicuro e che quindi l’utente possa accedere a questi servizi nella maniera più semplice e intuitiva possibile.

A complicare la situazione si aggiungono i casi purtroppo frequenti in cui una stessa persona riveste più ruoli all’interno dell’organigramma della medesima Università (o in più Università). Ad esempio, può capitare che una persona possieda una coppia di credenziali per la carriera conclusa come studente in un Ateneo e un’altra per l’attività di ricercatore presso un altro Ateneo; oppure una coppia di credenziali come studente e l’altra come amministrativo, e così via. Fino ad oggi l’onere di dover gestire questa molteplicità di ruoli ricadeva sulla persona stessa.

In linea con l’ambizioso progetto di creare un’Università Digitale, Sygest Srl propone la sua soluzione SyAnthus, dedicata alla sottomissione delle istanze online e gestione dei procedimenti che può facilmente integrarsi con qualunque tipo di infrastruttura. SyAnthus è infatti un servizio in cloud in grado di rendere più veloci e meno onerose le pratiche interne all’Università, facilitando i rapporti con gli studenti e gli utentu dell’ateneo. La modulistica va on-line: immediatamente compilata, immediatamente trasmessa e immediatamente elaborata. Il software è in grado di effettuare le seguenti operazioni: compilazione on-line/off-line, controlli interattivi sui dati introdotti, firma digitale o firma elettronica avanzata, smistamento automatico.


Identità digitale - SyAnthus | Sygest Srl

Read more

Condividi l'articolo su:

Facebooktwitterredditlinkedintumblrmail

Blockchain

Blockchain e Bitcoin | Sygest Srl

Blockchain, la tecnologia che cambierà il futuro

 

Il termine Blockchain viene spesso associato a Bitcoin, ovvero la moneta elettronica che ha avuto grande successo negli ultimi anni. Bitcoin è stato la “proof of work” di Blockchain, ovvero la prova che questa tecnologia possiede enormi potenzialità ed è in grado di supportare applicazioni molto complesse

 

In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di Blockchain e gli esperti del settore sono convinti che si tratti di una tecnologia destinata a cambiare il futuro. Bitcoin e Blockchain, sono due termini spesso usati come sinonimi e in effetti sono collegati, ma non identificano la stessa cosa.

Il Bitcoin rappresenta una versione peer-to-peer di denaro elettronico che consente di effettuare pagamenti online direttamente da un soggetto ad un altro, senza passare attraverso un istituto finanziario. E’ un sistema decentralizzato, dove le operazioni sono gestite collettivamente dal network, ma non per questo meno sicure . Questa moneta digitale venne inventata nel Febbraio 2009 da Satoshi Nakamoto e si basa su una rete di computer interconnessi tra loro e che cooperano per estrarre la “criptovaluta”. La creazione e la distribuzione dei Bitcoin avviene in modo casuale, al termine di un’attività detta mining. Per la prima volta, un utente della rete è in grado di trasferire ad un altro utente una proprietà digitale esclusiva, con la certezza dell’esito positivo della transazione e senza l’uso di intermediari. Ad oggi, il mercato potenzialmente più ricco per i Bitcoin è quello delle rimesse internazionali di pagamento. I Bitcoin possiedono la grande peculiarità di essere divisibili all’infinito e proprio per questo potrebbero essere sfruttati in molti contesti: basti pensare alle implicazioni dei micropagamenti nella lotta contro lo spam (ad esempio: “Accetto una mail solo se è accompagnate da un Bitcoin”), al mondo dell’editoria (per rendere a pagamento i contenuti editoriali online), alla raccolta fondi dei vari movimenti di protesta. I Bitcoin rappresentano la carta vincente attraverso cui far entrare un numero sempre più grande di persone all’interno del sistema economico globale e vista la non presenza di un ente centrale, nessuno stato o autorità governativa potrà causarne la svalutazione introducendo nuova moneta.

Blockchain infografica
Fonte: cointelegraph.com

Una Blockchain è la sequenza di blocchi (sia estratti che in fase di lavorazione) che il protocollo Bitcoin distribuisce ai vari nodi della rete peer-to-peer (protocollo p2p). E’ una catena con un inizio ma ipoteticamente senza fine, dato che i blocchi di codice sono aggiunti in maniera sequenziale e cronologica non appena vengono distribuiti ai vari client. Ogni nodo della rete Bitcoin possiede una copia completa della Blockchain non appena il suo client si connette per la prima volta alle rete p2p: in questo modo chiunque può ricostruire la catena di estrazioni e transazioni avvenute per una criptomoneta come il Bitcoin. Possiamo quindi vederlo come un libro mastro condiviso dove, attraverso un complesso sistema di crittografia, vengono verificate: l’identità di chi è coinvolto, il messaggio trasmesso e la sua integrità. Inoltre è decentralizzato, condiviso da tutti gli utenti.

 

Blockchain e Bitcoin: come funziona

Una volta installato sul proprio PC o smartphone (Bitcoin Wallet), il portafoglio Bitcoin genera il primo indirizzo Bitcoin ma l’utente potrà crearne degli altri ogni volta ne avrà bisogno: un indirizzo Bitcoin andrebbe usato solo una volta. La Blockchain è un registro publico e condiviso su cui si basa l’intera rete Bitcoin. Tutte le transazioni confermate vengono incluse nella Blockchain per fare in modo che: i portafogli Bitcoin possano calcolare il loro bilancio spendibile e le nuove transazioni possano essere verificate. L’ordine cronologico e l’integrità della Blockchain sono protetti attraverso sofisticate tecniche di crittografia.

Una transazione è definita come un trasferimento di valori tra portafogli Bitcoin e viene inclusa nel Blockchain. I portafogli di Bitcoin contengono dei dati segreti detti a chiave privata o “seme” e sono utilizzati per firmare le transazioni, fornendo così la prova matematica che il tutto proviene dal proprietario del portafoglio. Inoltre, la firma impedisce anche che una transazione, una volta eseguita, venga alterata da terzi. Tutte le transazioni avvengono tra utenti e sono confermate dalla rete tramite un processo definito estrazione dei dati.

Blockchain e Bitcoin | Sygest Srl
Fonte: Financial Times (FT)

Il mining è un sistema di consenso distribuito che viene utilizzato per confermare le transazioni in attesa includendole nella Blockchain. Questo permette di:

  • mantenere un ordine cronologico all’interno della Blockchain;
  • proteggere la neutralità della rete;
  • consentire a diversi computer di concordare sullo stato del sistema.

Le transazioni, per poter essere confermate, vengono inserite in un blocco che deve rispettare regole crittografiche molto rigide che saranno verificate dalla rete. L’utilizzo di queste regole assicura su fatto che un qualsiasi blocco precedente non venga mai modificato perché questo andrebbe a invalidare tutti i blocchi successivi. Il mining, inoltre, crea l’equivalente di una lotteria competitiva che impedisce a chiunque di aggiungere nuovi blocchi consecutivamente nella Blockchain. Così facendo nessuno potrà controllare cosa è incluso nella Blockchain o sostituirne delle parti in modo da riottenere quanto speso.

 

Blockchain e lo scenario futuro

È proprio per tutte le sue caratteristiche che i fautori del Blockchain vedono nel Bitcoin solo una delle forme di “proprietà intellettuale” che possono essere scambiate tramite questo sistema. Le firme digitali, i contratti digitali, le chiavi digitali (per le serrature materiali o per le casseforti online), le proprietà digitali di beni fisici come automobili e case, le azioni e le obbligazioni, sono solo alcuni esempi di proprietà che potranno essere scambiate attraverso questo sistema. A tal proposito, Joichi Ito (direttore del MIT MediaLab) ha affermato che: “Il Bitcoin è l’email mentre il blockchain è il protocollo HTTP“.

Il vero obiettivo del Blockchain è quello di andare a sostituire i server che oggi sostengono il mondo online fornendo funzionalità di calcolo e stoccaggio. Ad oggi, le aziende e i governi sono le autorità che accertano le transazioni e gli intermediari imprescindibili che garantiscono la veridicità e l’integrità dei contenuti scambiati. Con la Blockchain, la legittimità delle transazioni (di moneta, informazioni, identità, servizi) viene invece garantita collettivamente. In questo modo si potrà verificare l’identità digitale di ciascun utente che collabora senza essere più obbligati a cedere la proprietà dei dati trasmessi.

Altro scenario particolarmente importante è quello dei contratti non rescindibili: in questo caso, il ruolo della Blockchain sarà quello di andare a sostituire la parte terza, necessaria in caso di controversia legale, attraverso dei “gettoni”, meglio noti come smart properties o colored coins, che potrebbero essere usati per rappresentare un intero settore di attività, dai titoli alle automobili. Durante le transazioni di un’attività, l’abilitazione di un trasferimento in codice potrebbe quindi creare dei contratti certificati e non rescindibili.

I fautori del Blockchain immaginano un suo futuro utilizzo per garantire:

  • la disintermediazione del sistema finanziario e bancario;
  • la decentralizzazione del mercato azionario o i processi di quotazione in borsa;
  • nuovi servizi di cloud storage, governance o gestione di servizi affidati oggi ai governi;
  • database di nuova generazione e nuovi marketplaces;
  • voto elettronico;
  • contratti certificati e non rescindibili.
  • il rimpiazzo dei brevetti;
  • un sistema in cui le entità autonome si sostituiranno a governi e aziende.

 

Per saperne di più, riportiamo i link dei siti web di riferimento di:


Sygest Srl, in questi 20 anni, ha sempre creduto e puntato fortemente sugli aspetti riguardanti la digitalizzazione e l’informatizzazione, al servizio delle aziende metalmeccaniche e della PA (Pubblica Amministrazione): per ogni approfondimento e delucidazione in merito, non esitare a contattatarci.

 

Info e contatti

Per ricevere ulteriori informazioni sulla tecnologia Blockchain e per conoscere tutte le soluzioni software di Sygest Srl ti invitiamo a scrivere all’indirizzo mail e.corradini@sygest.it e a visitare i nostri siti web: www.sygest.com e www.manualipdf.it

 

Condividi l'articolo su:

Facebooktwitterredditlinkedintumblrmail

AgID Modello strategico

AgID Modello strategico

AgID – Il Modello strategico di evoluzione dell’Ict delle PA

 

Il modello strategico di AgID percorre con decisione la strada dell’apertura verso il digitale, con la diffusione degli open data dei e servizi tramite API, consentendo così alle imprese di sviluppare un’offerta sempre più personalizzata, basata sulle esigenze dei cittadini


AgID Modello strategico | Sygest Srl

L’approvazione del “Modello strategico di evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione“, da parte del Comitato di indirizzo AgID, costituisce un evento molto importante per il percorso di crescita digitale del nostro Paese. Rappresenta la condizione necessaria per poter realizzare un vero e proprio coordinamento tra le Pubbliche Amministrazioni (PA) e per predisporre il “Piano Triennale dell’Information and Communication Technology ICT) nella Pubblica Amministrazione” previsto nello Statuto di AgID (ribadito nella Legge di Stabilità 2016 e nel testo del nuovo Cad.

La presentazione del modello è avvenuta durante il recente convegno sull’Agenda Digitale Italiana (Video del convegno), evento che ha visto la partecipazione di Tim Berners Lee, il famoso informatico britannico, co-inventore (insieme a Robert Cailliau) del World Wide Web nel 1989.

 

Struttura del modello

Il modello si articola su quattro livelli:

  1. Infrastrutture fisiche (connettività, data center, tecnologia cloud);
  2. Infrastrutture immateriali (sistema pubblico di identità digitale Spid (vedi qui), anagrafe unica Anpr, sistema dei pagamenti PagoPA (vedi qui), sistema di fatturazione elettronica);
  3. Ecosistemi di interoperabilità (ecosistemi di settore basati su servizi applicativi come Scuola, Turismo, Sanità, etc.);
  4. Italia Login (framework di integrazione dei servizi della PA in un unico contesto coerente dal punto di vista di esperienza utente e usabilità).

La vera novità introdotta dal modello è quella di voler definire una strutturazione organica dei diversi programmi avviati nel contesto della “Strategia di Crescita Digitale”, ma anche nella scelta di percorrere con decisione la strada della digitalizzazione, attraverso la diffusione degli open data e con l’apertura dei servizi tramite API. Tutto questo permette alle aziende di beneficiare di un patrimonio di possibilità di integrazioni di servizi e dati e consente di venire sempre più incontro alle esigenze dei cittadini.

Partendo da questo scenario si configura una nuova modalità di relazione tra le Pubblica Amministrazioni (PA) e tra pubblico e privato, basata su un ruolo pubblico che punta a realizzare delle piattaforme e a stabilire delle condizioni abilitanti per lo sviluppo del digitale. Così facendo si entra direttamente nell’ottica di rendere disponibili, in digitale, non solo quei servizi pubblici considerati essenziali, ma anche di creare un contesto (tecnologico, metodologico e di standard) tale da favorire lo sviluppo creativo dei servizi la cui qualità, coerenza e interoperabilità abbiano però già dei requisiti noti da soddisfare.

Secondo Stefano Quintarelli (deputato e presidente del comitato d’indirizzo AgID): “Attraverso le API e la decentralizzazione della realizzazione delle applicazioni, la PA diventa un terreno su cui i privati possono costruire servizi“. E poi: “AgID avrà il compito di mantenere il registro delle API a beneficio degli sviluppatori. I servizi e le infrastrutture saranno realizzabili anche da privati, che potranno accedere al sistema pubblico di connettività e quindi alle cosiddette porte applicative, e per un dominio applicativo si costituiranno così degli ecosistemi di componenti di servizio ed applicazioni in grado di utilizzarle“.

La scelta fatta sull’apertura, basata anche sulla consapevolezza delle risorse pubbliche a disposizione e dall’identificazione del ruolo pubblico come soggetto abilitante verso cittadini e imprese, punta ad ottenere una forte accelerazione nello sviluppo digitale del nostro Paese, che al momento è ancora molto arretrato in diverse aree.

 

Transizione al digitale delle Pubbliche Amministrazioni (PA)

L’accompagnamento delle Pubbliche Amministrazioni (PA) nella loro trasformazione digitale è uno dei temi caldi affrontati dal nuovo Cad che, sulla base di quanto indicato nella legge delega, prevede un ufficio dirigenziale specifico per la “transizione al digitale”, in moda da guidare il cambiamento di ciascuna amministrazione dal punto di vista della riorganizzazione dei processi, delle modalità di
funzionamento e delle competenze necessarie.

Il segreto del successo generale del modello strategico e della trasformazione digitale delle amministrazioni sta nell’adeguatezza e nell’efficacia delle scelte che si operano concretamente nell’ambito organizzativo e delle competenze di ciascuna amministrazione. Su questo tema sarà importante che AgID fornisca delle linee guida (vedi il PDF) che consentano un accompagnamento delle amministrazioni verso il cambiamento indotto dalla trasformazione digitale, costruendo un ambiente comune (metodologico, culturale, tecnologicamente abilitato) in cui:

  • confrontare le esperienze e mettere a sistema le buone pratiche;
  • sia possibile un’operazione virtuosa di valutazione dello stato di maturità e delle
    differenze, così che, sulla base di un linguaggio comune, si possa procedere rapidamente sul percorso di trasformazione;

 

Gli elementi per la trasformazione digitale

Un riferimento utile per indirizzare la trasformazione digitale delle Pubbliche Amministrazioni (PA) può essere il framework elaborato da MIT e CapGemini (creato nel 2011 e aggiornato di recente) pensato per guidare il cambiamento delle imprese, ma declinabile in ambito pubblico con buoni vantaggi e poche forzature. Il modello si articola su nove elementi raggruppati in tre macro aree:

  • Customer Experience, ossia la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni a cittadini e aziende (e in alcuni casi anche ad altre amministrazioni). Tutto questo riguarda: la comprensione delle esigenze dei soggetti che saranno destinatari dei servizi, la comunicazione, le azioni mirate allo sviluppo della domanda la predisposizione delle modalità di fruizione dei servizi più adeguate alle esigenze che si devono soddisfare;
  • Operational process, valido sia nel settore privato che in quello pubblico, si focalizza su: digitalizzazione dei processi (con un focus su riorganizzazione dei processi e miglioramento delle prestazioni), realizzazione di modalità di lavoro abilitanti per una reale condivisione della conoscenza e collaborazione, in un approccio efficace alla gestione delle performance con un’enfasi all’utilizzo dei dati e alla trasparenza;
  • Business Model, riguardante il settore pubblico, si concentra sulla definizione e realizzazione delle strategie necessarie per poter indirizzare il cambiamento sia all’interno dell’amministrazione sia nei rapporti con gli stakeholder e il mercato. Vengono quindi affrontate tutte quelle problematiche legate alla realizzazione di un’amministrazione “digitale e aperta” (così come richiesto dalla legge delega sulla riforma della PA, oltre che quelle indicate dal modello strategico AgID) come: la costruzione degli ecosistemi di dominio e lo sviluppo degli Open Data e degli Open Services (e in generale degli aspetti di Data Management).

 

Sygest Srl, forte di una notevole competenza sulla tecnologia PDF, sviluppa soluzioni software estremamente avanzate per Pubblica Amministrazione, come la compilazione di istanze online da qualsiasi tipo di dispositivo mobile con la possibilità di apporvi una firma elettronica (vedi qui).

Per visitare il sito di AgID clicca qui.

 

Info e contatti

Per ricevere ulteriori informazioni sul modello strategico di Agid e per conoscere tutte le soluzioni software di Sygest Srl ti invitiamo a scrivere all’indirizzo mail e.corradini@sygest.it e a visitare i nostri siti web: www.sygest.com e www.manualipdf.it

 

Condividi l'articolo su:

Facebooktwitterredditlinkedintumblrmail

Carta di Identità Elettronica

Carta di Identità Elettronica | Sygest Srl

Carta di Identità Elettronica: arriva la nuova versione

 

E’ notizia di pochi giorni fa la pubblicazione del Decreto del Ministero dell’Interno del 23 Dicembre 2015 (emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione) che fissa le modalità tecniche di emissione della nuova Carta di Identità Elettronica (CIE). Il provvedimento del Viminale, con i suoi 19 articoli e due allegati, regola inoltre le “procedure di emissione” del documento e “le modalità tecniche di produzione, distribuzione, gestione e supporto”, come era previsto nel DL Enti locali. A supervisionare il progetto e le sue tappe ci sarà una commissione interministeriale permanente ad hoc, in cui rientreranno rappresentanti di: Viminale, PA, Tesoro e Agid. La nuova carta di identità elettronica avrà un microchip per custodire tutte le informazioni personali ed uno spazio sulla tessera plastificata per le impronte digitali (non per i bambini) e per indicare le proprie preferenze in materia di donazione degli organi (solo se si è maggiorenni).

In una prima fase, la carta di identità elettronica ripartirà da quei Comuni che in passato avevano fatto da “pilota”: si contano circa 4 milioni di carte elettroniche emesse in 150 Amministrazioni. Presso i loro sportelli il cittadino potrà richiedere la nuova CIE: questo è valido sia per i casi di richiesta di una prima carta di identità che a seguito di uno smarrimento o scadenza. In un secondo momento, la commissione interministeriale metterà a punto una tabella di marcia per sostituire gradualmente tutti i documenti di identità nel nuovo formato, abilitando così tutte le Amministrazioni al rilascio: un percorso che potrebbe richiedere alcuni anni prima di essere completato.

 

Le novità della Carta di Identità Elettronica: dal microchip al PIN

Il supporto fisico della carta di identità elettronica (CIE) dovrà essere realizzato con le tecniche tipiche della produzione di carte valori, integrato con un microchip necessario per la memorizzazione delle informazioni indispensabili per:

  • la verifica dell’identità del titolare, inclusi gli elementi biometrici primari e secondari;
  • l’autenticazione in rete (di cui all’allegato B del DM – aggiornate con il Decreto Direttoriale del Ministero dell’Interno, sentiti l’Agenzia per l’Italia digitale e il Garante per la protezione dei dati personali).

Il ricorso agli elementi biometrici primari e secondari viene fatto per verificare sia l’autenticità della CIE che l’identità del titolare, attraverso elementi comparativi direttamente disponibili: questo rappresenta sicuramente uno degli aspetti di maggiore novità e rilievo. La richiesta di rilascio della carta di identità elettronica viene presentata dal cittadino (o dai genitori o tutori in caso di minore) presso all’Ufficio Anagrafico del Comune di residenza o di dimora oppure al Consolato ma può essere effettuata anche telematicamente collegandosi al portale web CIEOnline.
 
Carta di Identità Elettronica | Sygest Srl

Comune o Consolato acquisiscono, direttamente dal richiedente, le seguenti informazioni:

  • gli elementi biometrici primari e secondari;
  • la firma autografa (nei casi previsti);
  • il dato relativo all’autorizzazione o meno all’espatrio;
  • il dato facoltativo relativo alla volontà di donazione o diniego di organi e tessuti in caso di morte: chi intende modificare la volontà precedentemente indicata può farlo contattando l’ASL di appartenenza, le aziende ospedaliere, gli ambulatori di medicina generale o i Centri regionali per i trapianti. Nota: questo punto vale solo per i cittadini maggiorenni;
  • eventuali indirizzi di recapito della CIE oppure di contatto del richiedente, per ricevere comunicazioni inerenti allo stato di avanzamento della pratica di rilascio della CIE.

Al termine dell’operazione di acquisizione dei dati , il Comune o il Consolato rilascerà al richiedente la ricevuta della richiesta della carta di identità elettronica, comprensiva del numero della pratica e della prima parte dei codici PIN/PUK associate alla CIE. La consegna materiale della carta avverrà entro 6 giorni lavorativi, unitamente alla seconda parte dei codici PIN/PUK. Le carte di identità in formato cartaceo (che ad oggi sono circa il 90% di quelle in circolazione) e quelle elettroniche rilasciate in precedenza resteranno valide fino alla loro scadenza.

 

Lo scenario futuro

Secondo quanto indicato dal Terzo comma dell’art. 66 del CAD, la carta di identità elettronica è stata prevista per offrire ai cittadini italiani uno strumento di identità con le seguenti caratteristiche:

  • maggiore sicurezza nel processo di identificazione (utili per Polizia e Carabinieri);
  • strumento di identificazione per i servizi telematici;
  • completa interoperabilità su tutto il territorio nazionale.

È fondamentale che la carta di identità elettronica sia uno strumento sicuro sotto molti aspetti: dalla produzione, al rilascio fino all’utilizzo da parte del titolare. La sicurezza deve quindi accompagnare tutti i flussi informatici necessari al circuito di emissione e deve essere presente anche sul supporto fisico al fine di scoraggiare facili contraffazioni, nonché di consentire un’identificazione certa da parte delle istituzioni competenti.

La vera novità rispetto alla versione cartacea è rappresentata dall’utilizzo della CIE come una sorta di “carta servizi“, sfruttando tecniche di autenticazione opportunamente combinate con l’adozione di un codice personale di identificazione (PIN). Al fine di accelerare l’erogazione di servizi in rete da parte delle Autonomie locali, la carta di identità elettronica è stata affiancata dalla carta nazionale dei servizi con il compito della sola identificazione in rete del cittadino. Il problema è che, ad oggi, gli enti locali forniscono pochissimi servizi istituzionali on-line ai cittadini, rendendo in parte inutile la produzione di questo documento elettronico. Solo in alcune Regioni hanno assunto particolare rilevanza delle carte regionali dei servizi ma con limiti piuttosto evidenti.

Si ricorda, inoltre, che l’art. 1 della legge n. 221/2012 ha introdotto, nell’ambito del programma di attuazione dell’Agenda Digitale Italiana, un nuovo strumento digitale cioè il Documento Digitale Unificato (DDU). La CIE dovrà giocare un ruolo fondamentale per il riconoscimento del cittadino e l’identificazione dello stesso in rete: costituirà il punto di riferimento unitario attraverso cui il cittadino viene registrato e riconosciuto dalle amministrazioni dello Stato. Alla luce della situazione attuale e dei risultati fin qui ottenuti dalla prima versione della carta di identità elettronica, l’introduzione della nuova CIE rappresenta certamente una sfida molto affascinante ma ricca di insidie iniziali da dover superare, data la carenza di servizi on-line offerti dagli enti locali.

 

Sygest Srl, forte di una notevole competenza sulla tecnologia PDF, sviluppa soluzioni software estremamente avanzate per Pubblica Amministrazione, come la compilazione di istanze online da qualsiasi tipo di dispositivo mobile con la possibilità di apporvi una firma elettronica.

 

Info e contatti

Per ricevere ulteriori informazioni sulla nuova Carta di Identità Elettronica (CIE) e per conoscere tutte le soluzioni software di Sygest Srl ti invitiamo a scrivere all’indirizzo mail e.corradini@sygest.it e a visitare i nostri siti web: www.sygest.com e www.manualipdf.it

 

Condividi l'articolo su:

Facebooktwitterredditlinkedintumblrmail