Acrobat Reader: ecco “Scan”, lo scanner per iOS ed Android
L’app di Acrobat Reader, disponibile per iOS e Android, si arricchisce della nuova funzionalità “Scan”, che permette di convertire i documenti in versione digitale, sfruttando la fotocamera posteriore del proprio device mobile.
Acrobat Reader è il famoso software di casa Adobe che permette di leggere i documenti in formato PDF (Portable Document Format), presente sia nella versione tradizione per computer desktop che per dispositivi mobile come tablet e smartphone.
L’ultima versione rilasciata dell’app di Acrobat Reader, disponibile sia per iOS che Android, è stata arricchita con la nuova feature Scan, che consente all’utente di effettuare delle scansioni di documenti, lavagne, moduli, fotografie e ricevute, sfruttando la fotocamera posteriore del proprio device mobile.
Una funzionalità molto simile viene offerta da Microsoft con Evernote, Office Lens e Dropbox: il software di Adobe, però, consente di eseguire operazioni molto più complesse.
Il tool Scan di Acrobat Reader può essere sfruttato in molte circostanze di uso comune, come: conservare in forma digitale tutte le proprie ricevute, fotografie o i propri documenti personali. In ambito lavorativo può essere molto utile per convertire documenti, contratti e biglietti da visita.
Sarà sufficiente scattare una foto attraverso la fotocamera posteriore del proprio device mobile, dopodiché l’app effettuerà la scansione vera e propria e in seguito potranno essere apportate tutte le modifiche del caso.
AgID – Il Modello strategico di evoluzione dell’Ict delle PA
Il modello strategico di AgID percorre con decisione la strada dell’apertura verso il digitale, con la diffusione degli open data dei e servizi tramite API, consentendo così alle imprese di sviluppare un’offerta sempre più personalizzata, basata sulle esigenze dei cittadini
L’approvazione del “Modello strategico di evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione“, da parte del Comitato di indirizzo AgID, costituisce un evento molto importante per il percorso di crescita digitale del nostro Paese. Rappresenta la condizione necessaria per poter realizzare un vero e proprio coordinamento tra le Pubbliche Amministrazioni (PA) e per predisporre il “Piano Triennale dell’Information and Communication Technology ICT) nella Pubblica Amministrazione” previsto nello Statuto di AgID (ribadito nella Legge di Stabilità 2016 e nel testo del nuovo Cad.
La presentazione del modello è avvenuta durante il recente convegno sull’Agenda Digitale Italiana (Video del convegno), evento che ha visto la partecipazione di Tim Berners Lee, il famoso informatico britannico, co-inventore (insieme a Robert Cailliau) del World Wide Web nel 1989.
Struttura del modello
Il modello si articola su quattro livelli:
Infrastrutture fisiche (connettività, data center, tecnologia cloud);
Infrastrutture immateriali (sistema pubblico di identità digitale Spid (vedi qui), anagrafe unica Anpr, sistema dei pagamenti PagoPA (vedi qui), sistema di fatturazione elettronica);
Ecosistemi di interoperabilità (ecosistemi di settore basati su servizi applicativi come Scuola, Turismo, Sanità, etc.);
Italia Login (framework di integrazione dei servizi della PA in un unico contesto coerente dal punto di vista di esperienza utente e usabilità).
La vera novità introdotta dal modello è quella di voler definire una strutturazione organica dei diversi programmi avviati nel contesto della “Strategia di Crescita Digitale”, ma anche nella scelta di percorrere con decisione la strada della digitalizzazione, attraverso la diffusione degli open data e con l’apertura dei servizi tramite API. Tutto questo permette alle aziende di beneficiare di un patrimonio di possibilità di integrazioni di servizi e dati e consente di venire sempre più incontro alle esigenze dei cittadini.
Partendo da questo scenario si configura una nuova modalità di relazione tra le Pubblica Amministrazioni (PA) e tra pubblico e privato, basata su un ruolo pubblico che punta a realizzare delle piattaforme e a stabilire delle condizioni abilitanti per lo sviluppo del digitale. Così facendo si entra direttamente nell’ottica di rendere disponibili, in digitale, non solo quei servizi pubblici considerati essenziali, ma anche di creare un contesto (tecnologico, metodologico e di standard) tale da favorire lo sviluppo creativo dei servizi la cui qualità, coerenza e interoperabilità abbiano però già dei requisiti noti da soddisfare.
Secondo Stefano Quintarelli (deputato e presidente del comitato d’indirizzo AgID): “Attraverso le API e la decentralizzazione della realizzazione delle applicazioni, la PA diventa un terreno su cui i privati possono costruire servizi“. E poi: “AgID avrà il compito di mantenere il registro delle API a beneficio degli sviluppatori. I servizi e le infrastrutture saranno realizzabili anche da privati, che potranno accedere al sistema pubblico di connettività e quindi alle cosiddette porte applicative, e per un dominio applicativo si costituiranno così degli ecosistemi di componenti di servizio ed applicazioni in grado di utilizzarle“.
La scelta fatta sull’apertura, basata anche sulla consapevolezza delle risorse pubbliche a disposizione e dall’identificazione del ruolo pubblico come soggetto abilitante verso cittadini e imprese, punta ad ottenere una forte accelerazione nello sviluppo digitale del nostro Paese, che al momento è ancora molto arretrato in diverse aree.
Transizione al digitale delle Pubbliche Amministrazioni (PA)
L’accompagnamento delle Pubbliche Amministrazioni (PA) nella loro trasformazione digitale è uno dei temi caldi affrontati dal nuovo Cad che, sulla base di quanto indicato nella legge delega, prevede un ufficio dirigenziale specifico per la “transizione al digitale”, in moda da guidare il cambiamento di ciascuna amministrazione dal punto di vista della riorganizzazione dei processi, delle modalità di
funzionamento e delle competenze necessarie.
Il segreto del successo generale del modello strategico e della trasformazione digitale delle amministrazioni sta nell’adeguatezza e nell’efficacia delle scelte che si operano concretamente nell’ambito organizzativo e delle competenze di ciascuna amministrazione. Su questo tema sarà importante che AgID fornisca delle linee guida (vedi il PDF) che consentano un accompagnamento delle amministrazioni verso il cambiamento indotto dalla trasformazione digitale, costruendo un ambiente comune (metodologico, culturale, tecnologicamente abilitato) in cui:
confrontare le esperienze e mettere a sistema le buone pratiche;
sia possibile un’operazione virtuosa di valutazione dello stato di maturità e delle
differenze, così che, sulla base di un linguaggio comune, si possa procedere rapidamente sul percorso di trasformazione;
Gli elementi per la trasformazione digitale
Un riferimento utile per indirizzare la trasformazione digitale delle Pubbliche Amministrazioni (PA) può essere il framework elaborato da MIT e CapGemini (creato nel 2011 e aggiornato di recente) pensato per guidare il cambiamento delle imprese, ma declinabile in ambito pubblico con buoni vantaggi e poche forzature. Il modello si articola su nove elementi raggruppati in tre macro aree:
Customer Experience, ossia la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni a cittadini e aziende (e in alcuni casi anche ad altre amministrazioni). Tutto questo riguarda: la comprensione delle esigenze dei soggetti che saranno destinatari dei servizi, la comunicazione, le azioni mirate allo sviluppo della domanda la predisposizione delle modalità di fruizione dei servizi più adeguate alle esigenze che si devono soddisfare;
Operational process, valido sia nel settore privato che in quello pubblico, si focalizza su: digitalizzazione dei processi (con un focus su riorganizzazione dei processi e miglioramento delle prestazioni), realizzazione di modalità di lavoro abilitanti per una reale condivisione della conoscenza e collaborazione, in un approccio efficace alla gestione delle performance con un’enfasi all’utilizzo dei dati e alla trasparenza;
Business Model, riguardante il settore pubblico, si concentra sulla definizione e realizzazione delle strategie necessarie per poter indirizzare il cambiamento sia all’interno dell’amministrazione sia nei rapporti con gli stakeholder e il mercato. Vengono quindi affrontate tutte quelle problematiche legate alla realizzazione di un’amministrazione “digitale e aperta” (così come richiesto dalla legge delega sulla riforma della PA, oltre che quelle indicate dal modello strategico AgID) come: la costruzione degli ecosistemi di dominio e lo sviluppo degli Open Data e degli Open Services (e in generale degli aspetti di Data Management).
Sygest Srl, forte di una notevole competenza sulla tecnologia PDF, sviluppa soluzioni software estremamente avanzate per Pubblica Amministrazione, come la compilazione di istanze online da qualsiasi tipo di dispositivo mobile con la possibilità di apporvi una firma elettronica (vedi qui).
Per ricevere ulteriori informazioni sul modello strategico di Agid e per conoscere tutte le soluzioni software di Sygest Srl ti invitiamo a scrivere all’indirizzo mail e.corradini@sygest.it e a visitare i nostri siti web: www.sygest.com e www.manualipdf.it
Carta di Identità Elettronica: arriva la nuova versione
E’ notizia di pochi giorni fa la pubblicazione del Decreto del Ministero dell’Interno del 23 Dicembre 2015 (emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione) che fissa le modalità tecniche di emissione della nuova Carta di Identità Elettronica (CIE). Il provvedimento del Viminale, con i suoi 19 articoli e due allegati, regola inoltre le “procedure di emissione” del documento e “le modalità tecniche di produzione, distribuzione, gestione e supporto”, come era previsto nel DL Enti locali. A supervisionare il progetto e le sue tappe ci sarà una commissione interministeriale permanente ad hoc, in cui rientreranno rappresentanti di: Viminale, PA, Tesoro e Agid. La nuova carta di identità elettronica avrà un microchip per custodire tutte le informazioni personali ed uno spazio sulla tessera plastificata per le impronte digitali (non per i bambini) e per indicare le proprie preferenze in materia di donazione degli organi (solo se si è maggiorenni).
In una prima fase, la carta di identità elettronica ripartirà da quei Comuni che in passato avevano fatto da “pilota”: si contano circa 4 milioni di carte elettroniche emesse in 150 Amministrazioni. Presso i loro sportelli il cittadino potrà richiedere la nuova CIE: questo è valido sia per i casi di richiesta di una prima carta di identità che a seguito di uno smarrimento o scadenza. In un secondo momento, la commissione interministeriale metterà a punto una tabella di marcia per sostituire gradualmente tutti i documenti di identità nel nuovo formato, abilitando così tutte le Amministrazioni al rilascio: un percorso che potrebbe richiedere alcuni anni prima di essere completato.
Le novità della Carta di Identità Elettronica: dal microchip al PIN
Il supporto fisico della carta di identità elettronica (CIE) dovrà essere realizzato con le tecniche tipiche della produzione di carte valori, integrato con un microchip necessario per la memorizzazione delle informazioni indispensabili per:
la verifica dell’identità del titolare, inclusi gli elementi biometrici primari e secondari;
l’autenticazione in rete (di cui all’allegato B del DM – aggiornate con il Decreto Direttoriale del Ministero dell’Interno, sentiti l’Agenzia per l’Italia digitale e il Garante per la protezione dei dati personali).
Il ricorso agli elementi biometrici primari e secondari viene fatto per verificare sia l’autenticità della CIE che l’identità del titolare, attraverso elementi comparativi direttamente disponibili: questo rappresenta sicuramente uno degli aspetti di maggiore novità e rilievo. La richiesta di rilascio della carta di identità elettronica viene presentata dal cittadino (o dai genitori o tutori in caso di minore) presso all’Ufficio Anagrafico del Comune di residenza o di dimora oppure al Consolato ma può essere effettuata anche telematicamente collegandosi al portale web CIEOnline.
Comune o Consolato acquisiscono, direttamente dal richiedente, le seguenti informazioni:
gli elementi biometrici primari e secondari;
la firma autografa (nei casi previsti);
il dato relativo all’autorizzazione o meno all’espatrio;
il dato facoltativo relativo alla volontà di donazione o diniego di organi e tessuti in caso di morte: chi intende modificare la volontà precedentemente indicata può farlo contattando l’ASL di appartenenza, le aziende ospedaliere, gli ambulatori di medicina generale o i Centri regionali per i trapianti. Nota: questo punto vale solo per i cittadini maggiorenni;
eventuali indirizzi di recapito della CIE oppure di contatto del richiedente, per ricevere comunicazioni inerenti allo stato di avanzamento della pratica di rilascio della CIE.
Al termine dell’operazione di acquisizione dei dati , il Comune o il Consolato rilascerà al richiedente la ricevuta della richiesta della carta di identità elettronica, comprensiva del numero della pratica e della prima parte dei codici PIN/PUK associate alla CIE. La consegna materiale della carta avverrà entro 6 giorni lavorativi, unitamente alla seconda parte dei codici PIN/PUK. Le carte di identità in formato cartaceo (che ad oggi sono circa il 90% di quelle in circolazione) e quelle elettroniche rilasciate in precedenza resteranno valide fino alla loro scadenza.
Lo scenario futuro
Secondo quanto indicato dal Terzo comma dell’art. 66 del CAD, la carta di identità elettronica è stata prevista per offrire ai cittadini italiani uno strumento di identità con le seguenti caratteristiche:
maggiore sicurezza nel processo di identificazione (utili per Polizia e Carabinieri);
strumento di identificazione per i servizi telematici;
completa interoperabilità su tutto il territorio nazionale.
È fondamentale che la carta di identità elettronica sia uno strumento sicuro sotto molti aspetti: dalla produzione, al rilascio fino all’utilizzo da parte del titolare. La sicurezza deve quindi accompagnare tutti i flussi informatici necessari al circuito di emissione e deve essere presente anche sul supporto fisico al fine di scoraggiare facili contraffazioni, nonché di consentire un’identificazione certa da parte delle istituzioni competenti.
La vera novità rispetto alla versione cartacea è rappresentata dall’utilizzo della CIE come una sorta di “carta servizi“, sfruttando tecniche di autenticazione opportunamente combinate con l’adozione di un codice personale di identificazione (PIN). Al fine di accelerare l’erogazione di servizi in rete da parte delle Autonomie locali, la carta di identità elettronica è stata affiancata dalla carta nazionale dei servizi con il compito della sola identificazione in rete del cittadino. Il problema è che, ad oggi, gli enti locali forniscono pochissimi servizi istituzionali on-line ai cittadini, rendendo in parte inutile la produzione di questo documento elettronico. Solo in alcune Regioni hanno assunto particolare rilevanza delle carte regionali dei servizi ma con limiti piuttosto evidenti.
Si ricorda, inoltre, che l’art. 1 della legge n. 221/2012 ha introdotto, nell’ambito del programma di attuazione dell’Agenda Digitale Italiana, un nuovo strumento digitale cioè il Documento Digitale Unificato (DDU). La CIE dovrà giocare un ruolo fondamentale per il riconoscimento del cittadino e l’identificazione dello stesso in rete: costituirà il punto di riferimento unitario attraverso cui il cittadino viene registrato e riconosciuto dalle amministrazioni dello Stato. Alla luce della situazione attuale e dei risultati fin qui ottenuti dalla prima versione della carta di identità elettronica, l’introduzione della nuova CIE rappresenta certamente una sfida molto affascinante ma ricca di insidie iniziali da dover superare, data la carenza di servizi on-line offerti dagli enti locali.
Sygest Srl, forte di una notevole competenza sulla tecnologia PDF, sviluppa soluzioni software estremamente avanzate per Pubblica Amministrazione, come la compilazione di istanze online da qualsiasi tipo di dispositivo mobile con la possibilità di apporvi una firma elettronica.
Info e contatti
Per ricevere ulteriori informazioni sulla nuova Carta di Identità Elettronica (CIE) e per conoscere tutte le soluzioni software di Sygest Srl ti invitiamo a scrivere all’indirizzo mail e.corradini@sygest.it e a visitare i nostri siti web: www.sygest.com e www.manualipdf.it
Digitalizzazione e informatizzazione: la Fabbrica 4.0
L’Industria, da sempre, svolge un ruolo centrale nell’economia del nostro Paese ed è il fattore chiave di: ricerca, innovazione, produttività, occupazione ed esportazioni. Secondo Gianni Potti (Presidente di CNCT – Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici) il Governo si deve far interprete di una nuova politica industriale che consideri il digitale non solo come un generatore di app e startup, ma come un driver di sviluppo economico anche industriale.
La Rivoluzione Industriale 4.0 è già in atto
La Fabbrica 4.0 è la definizione simbolica di quella che potrebbe essere definita la quarta rivoluzione industriale. Infatti dall’inizio del 21° sec. stiamo vivendo una trasformazione digitale, con cambiamenti associati all’innovazione nel campo della tecnologia digitale in tutti gli aspetti della società e dell’economia. L’idea centrale della Fabbrica 4.0 è la digitalizzazione e l’informatizzazione della catena di produzione che porta poi al prodotto finale. Questo è un fenomeno di stretta attualità che pian piano sta influenzando anche il manifatturiero italiano, sempre più deciso allo svecchiamento del sistema produttivo, per risultare più competitivo nel mercato internazione.
Il nodo centrale della fabbrica intelligente è il collegamento in tempo reale tra umani, macchine e oggetti. La sfida della Fabbrica 4.0 è quella di affrontare la variabilità e l’incertezza delle parti coinvolte lungo tutta la catena del valore. Tutto questo viene fatto tenendo conto delle condizioni/situazioni ed entità che cambiano il prodotto finale, ossia: fornitori, clienti, linea di produzione, orari, guasti, ritardi, aspetti finanziari, cambi di tecnologia.
I vantaggi della Fabbrica 4.0 sono:
capacità di creare un sistema produttivo flessibile in grado di tenere il passo con la variabilità del mercato e dell’ambiente;
aumento del potenziale di vendita del prodotto finale;
implementazione di nuove tecnologie che garantiscono un sistema produttivo più veloce ed economico;
una vera e propria re-ingenirizzazione del processo produttivo.
I 6 campi principali della Fabbrica 4.0
L’obiettivo della Fabbrica 4.0 è quello di enfatizzare l’idea di una consistente digitalizzazione collegata con tutte le unità produttive dell’economia. Analizziamo ora nel dettaglio i 6 campi principali su cui la Fabbrica intelligente pone le sue attenzioni:
Sistemi e mercato cyber-fisico. Per quanto concerne il tema della produzione non sarà più necessario parlare di IT (Information Technology) ma bensì di sistemi complessi che interagiscono continuamente sia con la produzione che col mercato attraverso un massiccio utilizzo della rete. In questo modo vengono garantite più connessioni tra sistemi e sottosistemi e maggiori controlli in tempo reale.
Smart Robot e nuove macchine. Lo scenario che si prospetta per il futuro vede una sempre più crescente “robotizzazione del lavoro”: i Robot si occuperanno di eliminare gradualmente la forza lavoro umana. Grazie ai progressi fatti nell’ambito dell’IA (Intelligenza Artificiale) e dell’apprendimento automatico avremo dei sistemi sempre più intelligenti in grado di interagire autonomamente tra loro. Dal 2004 il numero dei robot presenti nelle aziende europee è raddoppiato.
Big Data. Quando parliamo di Big data ci riferiamo alla raccolta di una estesa mole di dati, in termini di: volume, velocità e varietà che richiede tecnologie e metodi analitici specifici per la loro elaborazione. Infatti si parla di Big Data quando si ha un dataset talmente grande da richiedere strumenti non convenzionali per estrapolare, gestire e processare informazioni entro un tempo ragionevole. Da recenti studi è emerso che, ogni anno, le dimensioni di questi dataset raddoppiano.
Il Cloud Computing. Attraverso il cloud computing è possibile garantire l’erogazione di risorse informatiche, come l’archiviazione, l’elaborazione o la trasmissione di dati, il tutto caratterizzato dalla disponibilità on demand attraverso Internet, a partire da un insieme di risorse preesistenti e configurabili. Dalla lettura e analisi dei dati nasce un nuovo approccio al mercato e una nuova impostazione delle aziende. Il cloud computing aprirà strade inaspettate per lo stoccaggio, la lettura e la condivisione dei dati. Attraverso la capacità di lettura rapida dei dati sarà possibile modificare on-line la produzione.
Efficienza energetica e decentramento. Il cambio climatico e la scarsità di risorse rappresentano il megatrend con cui occorrerà sempre più fare i conti.
Industrializzazione Virtuale. Ogni processo, prima di essere proposto, viene dapprima simulato e successivamente verificato in un ambiente virtuale. Solo quando la soluzione finale è pronta potrà partire la mappatura fisica. Questo significa che tutto il software, i parametri e le matrici numeriche vengono caricate nelle macchine che controllano la produzione. In questo modo potranno essere progettate delle piante virtuali, visualizzabili facilmente in 3D.
Sygest Srl, in questi 20 anni, ha creduto e puntato fortemente sugli aspetti riguardanti la digitalizzazione e l’informatizzazione, al servizio delle aziende metalmeccaniche e della PA (Pubblica Amministrazione). Le soluzioni software che sono state sviluppate puntano ad affiancare l’azienda in tutti i suoi processi: ERP, PDM e service. Nel campo della Pubblica Amministrazione, in aiuto al cittadino, Sygest garantisce soluzioni estremamente avanzate come la compilazione di istanze online da qualsiasi tipo di dispositivo mobile con la possibilità di apporvi una firma elettronica.
Info e contatti
Per ricevere ulteriori informazioni sul tema della digitalizzazione legato alla Fabbrica 4.0 e per conoscere tutte le soluzioni software di Sygest Srl ti invitiamo a scrivere all’indirizzo mail e.corradini@sygest.it e a visitare i nostri siti web: www.sygest.com e www.manualipdf.it