Tracciamento del dato, del prodotto e dell’uomo…
Il COVID-19 ha apparentemente portato una nuova necessità: il tracciamento delle persone per capire se sono venute a contatto con altre persone e identificare in questo modo i possibili contagiati.
Il tracciamento è qualcosa di già presente da tempo nel nostro mondo anche se usato per altri obiettivi; possiamo quindi dire che, sebbene ci sia stupore da parte delle persone che vedono nella App “IMMUNI” una possibile violazione della privacy, in realtà eravamo già totalmente tracciati da vari strumenti che usiamo nella nostra vita quotidiana.

Il tracciamento delle informazioni è ormai diventato sinonimo di business. Se riflettiamo bene anche la stessa Industry 4.0, in realtà, non è che uno strumento per monitorare i dati (MdM 4.0) con i quali ricavare informazioni con cui fare business. Più dati si hanno a disposizione, più possibilità si ha di conoscere i gusti delle persone e di prevedere il loro comportamento. In questo periodo di COVID-19 l’obiettivo di capire il comportamento delle persone è visto come la salvaguardia della loro salute e del diffondersi della malattia presso altri soggetti.
In tutti i locali privati (aziende) e pubblici (bar, ristoranti, stabilimenti balneari, discoteche – quando riapriranno -) l’obiettivo primario è oggi registrare le persone per tracciarne la presenza negli ultimi 15 giorni. Ma, se ci pensiamo, se la registrazione avviene con strumenti informatici possiamo accoppiare la salvaguardia della salute con la possibilità di avere a disposizione i dati dei clienti, le loro abitudini e quindi poterli invitare a eventi virtuali e reali (quando il problema degli assembramenti non sarà più sussistente).